Ridere e più in generale mantenere vivo il senso dell’umorismo fa bene a tutte le età.
Ridere è un gesto semplice ed economico che può diventare un vero toccasana per il cervello, in particolare per gli anziani.
A dirlo non è il senso comune ma due ricerche condotte dalla Loma Linda University e presentate anni fa ad un meeting della Experimental Medicine di San Diego in California. Gli studi sono riusciti ad evidenziare come l’umorismo sia una vera e propria ginnastica per il cervello e abbia effetti benefici pari a quella della meditazione, grazie al fatto che riesce a far scende il livello di cortisolo (l’ormone dello stress) nel nostro corpo.
Inoltre si è visto che ridere potenzia l’interazione tra le diverse parti del cervello e, grazie a questo effetto, si può essere più lucidi e di conseguenza ne beneficia anche la memoria, soprattutto laddove ce ne sia più bisogno, appunto nel caso degli anziani particolarmente soggetti a dimenticanze.
La prima ricerca è stata condotta su un campione di anziani divisi in due gruppi. Ad uno di essi è stato fatto vedere un video divertente della durata di 20 minuti. Al termine, attraverso delle analisi, si è visto che, rispetto all’altro gruppo (di controllo) che non aveva visto il video, il cortisolo era sceso maggiormente. Inoltre, somministrando dei test mnemonici, si è notato come il rendimento di questo gruppo fosse migliore rispetto a quello degli anziani che non avevano partecipato alla visione del video.
La seconda ricerca, invece, ha preso a campione 32 persone a cui sono state fatte vedere diverse tipologie di video, non solo umoristici ma anche antistress e spirituali al termine dei quali poi i partecipanti venivano sottoposti ad elettroencefalogramma. Si è notato così che, dopo aver visto i video divertenti, le persone avevano più alti livelli di onde gamma (quelle che arrivano in ogni parte del cervello e servono per integrare le diverse funzioni).
Gli scienziati hanno concluso che: "l'umorismo accende tutto il cervello, costituendo una sorta di ginnastica cerebrale che aiuta le varie connessioni e incrementa le capacita' organizzative e di concentrazione".
Vi racconto la mia esperienza in proposito…
Era passato circa un anno dall’intervento chirurgico col quale mi era stato asportato un cancro che stava invadendo il lato sinistro del mio capo. Sinceramente, avevo poco da ridere, anche perché avevo mezzo viso paralizzato e menomato e quindi cercavo di evitarlo, perché più che un sorriso il mio sembrava un ghigno, una smorfia di cui mi vergognavo.
Per rompere la tetra atmosfera che mi aleggiava attorno in quel periodo, accettai l’invito di alcuni amici a partecipare al Terzo Congresso Mondiale di Medicina Integrata che si sarebbe tenuto a Roccamorice (Pe) i giorni 15-16-17.09.06.
Uno dei workshop previsti era sulla risoterapia.
In un primo momento pensai di non parteciparvi, poi, mi dissi: “ma dai, tanto cosa hai da perdere? Tanto la faccia l’hai già persa!” Fu così che mi iscrissi.
Fu una delle più belle e liberatorie esperienze di quell’anno!
Il mio sorriso, aperto, senza inibizioni e, soprattutto, scevro da qualsiasi giudizio negativo, mio o altrui, mi alleggerì magicamente di quel muro psicologico che stavo involontariamente costruendo in me e attorno a me.
In un’ora passata a ridere, grazie anche ad esercizi mirati e di gruppo, ridonai al mio volto la sua dignità e a me la ritrovata voglia di essere me stesso!
Viva il sorriso, allora!
Antonio Bufalo
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