Appunti di un’antica saggezza
...di Antonio Bufalo
“La Voce dall’Invisibile - Appunti di un’antica saggezza” è un libro che fa riflettere sui fondamentali temi della vita, che stimola molte domande e, soprattutto, apre dei spiragli sulle possibili risposte.
E' un itinerario in 49 brevi letture giornaliere, senza controindicazioni, alla portata di tutti coloro che cominciano ad avvertire il richiamo della loro anima ad andare oltre le illusioni delle ombre dell’esistenza.
Ogni brano è una irripetibile opportunità per considerare i tanti aspetti della vita partendo da una prospettiva inaspettata, arcana, ispirata, quella di un Maestro senza tempo e senza forma.
Lasciatevi trasportare nel magico mondo dei "Risvegliati" per apprendere i segreti del benessere fisico, emozionale, mentale e spirituale!
Introduzione 1: Gli "uditori di voci"
La voce è quel complesso di suoni prodotti attraverso le vibrazioni emesse dalle corde vocali.
E’ lo strumento più usato dall’uomo per comunicare, per farsi capire, insomma, per esprimere se stesso.
Una voce, pertanto, implica necessariamente la presenza diretta o indiretta (attraverso la radio o la tv, ad esempio) di qualcuno che parla, che esterna un pensiero o un’emozione.
Ma quando si parla di voci sentite inaspettatamente, da una fonte ignota, quasi sempre invisibile, di cui non abbiamo alcuna idea razionale dell’origine? Cosa pensarne?
Nella maggior parte dei casi, le si spiega come un’allucinazione uditiva, cioè una percezione sensoriale di suoni senza un reale, evidente, stimolo esterno.
Cosa può causare un simile fenomeno allucinatorio?
Le possibili spiegazioni sono tante, da alcune malattie organiche, a patologie neurologiche, a psicosi o all’uso di alcuni farmaci o sostanze stupefacenti.
Ma chi “sente le voci”, dentro la propria testa o all’esterno, attorno a sé, quasi mai crede di essere malato, anzi!
Un “uditore di voci” infatti, quando sente soggettivamente una voce non si chiede cosa essa sia, perché, sentendola, non si pone affatto questo dubbio. Semplicemente non crede, in quell’istante, che vi possa essere un’assenza di una stimolazione corrispondente: in pratica, accetta il fatto che la stia ascoltando e le pone attenzione.
E’ pur vero che chi fa l’esperienza delle voci è considerato differentemente a seconda del contesto sociale e culturale in cui vive o in cui viene “studiato”: un soggetto affetto da sindromi psichiatriche, un canalizzatore, un sensitivo o addirittura un profeta (alcuni uomini beatificati e santificati erano “uditori di voci”).
Nella cultura egizia, ad esempio, sentire le voci dei morti era considerata un’esperienza normale, anzi, degna di enfasi e lode.
Carl G. Jung, il padre della psicanalisi, nei primi del ‘900, elaborò la sua idea dell’inconscio collettivo, considerando le “voci” come una manifestazione di un contatto con il mondo spirituale e inconscio che tutti noi condividiamo.
Sì, ma come la mettiamo quando “le voci” producono un effetto reale, oggettivo, a volte riscontrabile simultaneamente da più persone, addirittura capace di impressionare un sistema di registrazione per essere riascoltate e analizzate?
L’effettiva ricezione e registrazione di voci, seppur di dubbia provenienza (da una dimensione sconosciuta, dall’aldilà, dai mondi spirituali, da fonti aliene, da produzione extrasensoriale inconscia o, in ultima ratio, da interferenze elettroniche, come sostenuto spesso dalla scienza ufficiale) costituisce ciononostante un dato di fatto inoppugnabile: il fenomeno è reale, esiste, seppur non se ne conoscano le origine in maniera inequivocabile.
Introduzione 2: i primi riscontri scientifici
L’episodio che fece parlare per la prima volta di queste “voci” avvenne proprio in Italia, nel 1952, tra le pareti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel Laboratorio di Fisica dell’università, l’allora rettore Padre Agostino Gemelli verificò per la prima volta la presenza di voci elettroniche; del fenomeno fu testimone un benedettino, padre Ernetti.
Accadde che, mentre i due religiosi stavano registrando della musica sacra su un magnetofono, l’apparecchio si guastasse.
Padre Gemelli si inquietò molto per questo contrattempo e invocò l’aiuto del padre, da tempo defunto, perché lo aiutasse nell’intento di rimediare al guasto. Finalmente, dopo non pochi sforzi, ci riuscì e, al riascolto, udì ben chiara la voce di suo padre che diceva: “Ma sì che ti aiuto!”. Padre Gemelli sbiancò, poi domandò “Papà, sei tu?” e subito la risposta fu “Ma sì che sono io, testone!”.
I due religiosi, allora, pensarono che di tale fenomeno fosse meglio parlarne con il pontefice anche per non rischiare di essere accusati di praticare spiritismo.
Il Papa, Pio XII, rispose che non era da considerarsi tale, ma di cosa di cui occuparsi con molta prudenza e attenzione e su cui era comunque doveroso indagare.
Fu tuttavia qualche anno dopo, nel 1959, che la scoperta della loro esistenza divenne di pubblico dominio. L’artefice fu un pittore e cineasta svedese, Friedrich Jürgenson.
“Egli stava realizzando la colonna sonora di un suo documentario sulla vita degli uccelli, [registrandone l’audio] in una foresta vicino a Mölnbo, nei pressi di Stoccolma. Nel riascoltare i versi degli animali si accorse, con notevole stupore, di aver inciso anche delle voci sicuramente umane.
Poiché nella foresta in cui aveva effettuato la registrazione non c’era nessuno per un raggio di vari chilometri, Jürgenson suppose che il nastro impiegato fosse stato già usato e che, registrando i suoni degli animali, non si fosse automaticamente cancellata la precedente incisione, come usualmente avviene.
Dopo essersi assicurato che in realtà a Mölnbo aveva impiegato un nastro nuovo, fece per circa tre mesi degli esperimenti e portò le registrazioni ottenute alla “Società di Parapsicologia” di Stoccolma. Come era prevedibile non fu preso in seria considerazione.
Tuttavia Jürgenson non si dette per vinto.
Anzi, nel 1964, dette alle stampe il suo primo libro sulle “voci”: Rosterna frän Rymden (“Voci dall’Universo”) in cui asseriva che era possibile incidere su un comune magnetofono delle voci che non avevano alcun rapporto con il mondo fisico ma provenivano invece da una dimensione spirituale, dall’aldilà. Non fu, tuttavia preso molto sul serio dagli “esperti” di Parapsicologia: l’unico che si interessò a questa strana metodologia d’indagine nel paranormale fu, infatti, lo psicologo e filosofo lettone Konstantin Raudive”. (Tratto dal libro “Manuale di Psicotronica Sperimentale” di Roberto Volterri – Eremon Edizioni)
Raudive prima cominciò ad effettuare delle registrazioni insieme allo Jürgenson, poi proseguì il lavoro di ricerca con una sua equipe, perfezionando la ricezione strumentale per una migliore captazione e registrazione delle “voci”.
Il prof. Raudive girò tutta l’Europa illustrando la sua ”scoperta” e accumulando ben 85.000 registrazioni di voci differenti fino al 1974, anno della sua morte.
Introduzione 3: La Metafonia
Tanti sono stati e lo sono tuttora i ricercatori che si sono destreggiati nel tempo con la “Metafonia o Psicofonia”, come fu definita la tecnica di registrazione di quelle “voci” che, come supponeva lo stesso Raudive, forse provenivano da un “mondo parallelo”, da una sorta di “antimondo” metafisico.
Quando nel 1978 mi capitò di leggere il libro postumo del dr. Kostantine Raudive, “Sopravviviamo dopo la morte?” e di ascoltare la sorprendente audiocassetta ad esso allegata, anch’io provai ad eseguire delle registrazioni.
Seppur in modo spartano, utilizzando un registratore portatile giallo della Toshiba ad audio-cassette a nastro magnetico, accumulai diverse testimonianze, che all’epoca custodivo gelosamente: inizialmente poche parole sussurrate, nomi, piccole e incerte frasi, una volta una cantilena in una lingua ignota e un’altra una misteriosa sequenza numerica e, molto più spesso, strani rumori, alle volte cadenzati, che sembravano dei respiri.
Ponevo il registratore in una stanza isolata e silenziosa, o all’aperto, lontano da qualsiasi disturbo sonoro anomalo (a volte mi fermavo a debita distanza dall’apparecchio per sincerarmi che nessuno gli si avvicinasse), poi ne attivavo la registrazione e mi allontanavo per periodi variabili, dai dieci ai trenta minuti. Quindi, ne riavvolgevo il nastro ed ascoltavo quanto ne rimaneva impresso.
Qualche volta mi avvalevo dell’aiuto di un amico che attraverso il suo sofisticato impianto stereofonico, amplificando e migliorando l’audio delle registrazioni, mi permetteva di coglierne e decifrarne meglio i suoni.
Ricordo che ricercandone un fondamento scientifico mi imbattei nella più accreditata spiegazione “ufficiale”, quella che individuava nelle voci la ricostruzione mentale degli ascoltatori, secondo il controverso fenomeno della “pareidolia acustica”. In altre parole, si riconduceva il fenomeno all’interpretazione fantasiosa, dettata dalle aspettative personali, di suoni casuali, elaborati però dalla mente di chi ascolta, come fossero parole familiari, o espresse in una lingua nota. Insomma, lo stesso principio che ci fa vedere e a volte anche fotografare dei volti o degli oggetti riconoscibili nelle macchie o nelle venature naturali degli alberi o del marmo, su di un muro, o nelle nuvole, per fare degli esempi tra tanti.
Ma nel mio caso avevo delle registrazioni che non lasciavano alcun dubbio, tanto erano evidenti anche all’orecchio più scettico e obiettivo.
Insomma, ebbi modo di constatare personalmente che il fenomeno, pur apparentemente inspiegabile, almeno per le mie conoscenze dell’epoca, era vero e in qualche modo riproducibile: le registrazioni in mio possesso ne erano una prova chiara e palese!
Introduzione 4: La Voce dall'Invisibile
Ma non mi bastava! Sentivo che ero sulla soglia di una svolta, di una nuova straordinaria scoperta!
Fu così che, in quella trepidante attesa, entusiasmato dai piccoli successi raggiunti, dal 21 giugno del 1979 iniziai a registrare dei messaggi sorprendentemente nitidi: tante piccole, grandi, chicche di saggezza, straordinari spunti di riflessione, da quella che definii poi … “La Voce dall’Invisibile”!
Era una voce chiara, profonda, di stampo maschile, dal tono affabile e allo stesso tempo autorevole, quasi paterno, che suscitò immediatamente in me rispetto e devozione.
Non sapevo quale ne fosse l’origine, perché mai si definii e qualificò: umana (vivente o disincarnata), spirituale (una Guida, un Maestro, un Angelo), extraterrestre, la proiezione telecinetica inconscia della mia Anima, del Sé Superiore, l’eco di pensieri provenienti dall’Akasha, dal mondo dell’inconscio collettivo?
Ogni ipotesi a quel tempo mi sembrava verosimile e possibile!
Al di là del dubbio e del mistero che avvolgeva quella magica voce, vi era, tuttavia, una certezza: l’unicità di quelle parole, il loro evidente livello evolutivo, trascendeva qualsiasi ragionamento e possibile spiegazione.
In alcune occasioni la Voce rispondeva amichevolmente ai miei quesiti, a volte mi esortava, altre sembrava redarguirmi, altre ancora, più spesso, era semplicemente assente (la registrazione rimaneva silenziosa); in genere seguiva un suo programma, una sua didattica nascosta.
Generalmente riuscivo ad ottenere almeno una traccia vocale al giorno, della durata di pochi minuti la volta, su due o più brevi tentativi.
Nel periodo in cui questo strano dialogo ebbe luogo, durato sei mesi (fino al 21/12/1979, data dell’ultima registrazione valida), accumulai decine di audiocassette TDK che recavano la registrazione del mio misterioso insegnante, che conservai con riverenza e che di tanto in tanto riascoltavo trasognato.
“La Voce dall’Invisibile” in una delle prime registrazioni mi chiese di ottemperare ad una sola limitazione, avrei potuto svelare questo segreto e condividere i contenuti registrati solo dopo il compimento del mio sessantesimo anno, avvenuto, amici miei, proprio il 27 luglio 2022.
Ecco, con i prossimi scritti (che pubblicherò gradualmente online in questo Blog e sui Social a partire da martedì 17 gennaio 2023) vorrei darvi un piccolo saggio degli “Appunti di un’antica saggezza” che ne ho tratto.
Saranno delle elaborazioni delle vecchie trascrizioni delle registrazioni originali, cui in alcuni casi mi permetterò di aggiungere piccole nuove note didascaliche.
Ho ordinato i messaggi in 49 scritti sul benessere fisico, emozionale, mentale e spirituale, sorprendenti stimoli alla riflessione, all’approfondimento e alla crescita interiore.
Al termine della loro condivisione giornaliera online, su richiesta, verrà inviata una copia del libro.
Come utilizzare al meglio ogni messaggio
Leggete con serenità, umiltà e onestà d’animo quanto proposto, quindi dedicate almeno cinque minuti per riflettere e meditare sul suo contenuto, osservando e riconoscendo le eventuali risonanze col proprio vissuto.
Nota dell’Autore
Pur sembrando questa un’opera di fantasia, in cui il misterioso insegnante sembri solo un pretesto letterario dell’autore con lo scopo di conferire veridicità alla narrazione, gli eventi raccontati sono del tutto veri, accaduti realmente, in parte nel contesto storico descritto, in parte nel “mondo parallelo, nell’antimondo”, quello dei miti, degli archetipi e dei simboli e, per certi versi, dell’immaginazione e dell’intuizione.
Lasciando al lettore la decisione di definire cosa sia vero e cosa verosimile, suggerisco di coglierne, nei limiti del possibile, l’universalità e lo stimolo ispirativo racchiuso.
Antonio Bufalo
https://antoniobufalo.wixsite.com/naturopata/imieilibri
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